Scatta il piano bici in Europa, varrà anche in Italia: cosa bisogna sapere

L’Unione Europea vara il piano bici: una vera e propria rivoluzione che toccherà anche il Belpaese. Ecco tutti i dettagli.   

“Mobilità” è una delle parole chiave del nostro tempo. Soprattutto se abbinata all’aggettivo “verde”, nel senso di ecologica, sostenibile e pulita. È in quest’ottica che va inquadrato il nuovo piano bici lanciato dall’Unione Europea. La ricetta è semplice, ma gli obiettivi e i potenziali effetti hanno una portata rivoluzionaria. Vediamo di cosa si tratta esattamente.

piano bici ue cos'è e come funzionaa
Muoversi in bici diventerà sempre più la norma in città e non solo – AnsaFoto (Ladestranews.it)

È possibile impattare sempre di meno sull’ambiente? Nella risposta a questa domanda è racchiusa la sfida della “Cycling strategy” che ha appena avuto il via libera dell’Europarlamento, dopo l’accordo sullo stop alle auto a benzina (con tutte le polemiche che ne sono seguite). L’idea è che riscoprendo certi costumi del nostro passato possiamo trovare la chiave giusta per affrontare il futuro. Le scommesse sono aperte.

Il nuovo Piano bici Ue dalla A alla Z

La “cycling strategy” pensata dall’Ue e approvata dai Paesi membri è un piano volto a incentivare gli Stati membri a investire sulla mobilità in bicicletta a 360 gradi. Si va dalle infrastrutture alla promozione di politiche industriali a sostegno del settore. Il piano si articola in 18 punti e comprende la richiesta dell’Eurocamera agli Stati membri di ridurre le aliquote Iva su vendita, noleggio e riparazione di biciclette elettriche o tradizionali. Una misura già presentata nel 2021 e che finora è stata attuata solo in Portogallo, dove la tassa è passata dal 23% al 6%.

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La bici come strumento di mobilità green e sostenibile – AnsaFoto (Ladestranews.it)

C’è poi la proposta di costruire piste ciclabili parallele ai binari ferroviari del sistema di Rete transeuropea dei trasporti, composto da 10 assi prioritari per il traffico di persone e merci, come il Corridoio Mediterraneo. E di rendere le bici compatibili con gli altri mezzi di trasporto creando più posti per ospitarle all’interno dei treni o più parcheggi protetti nelle stazioni.

Quanto al potenziamento del sostegno finanziario, passa sia dagli investimenti per politiche e infrastrutture, sia dal rafforzamento della formazione industriale degli addetti al settore. L’idea è che con semplici interventi sarà possibile mettere in piedi un sistema sostenibile e produttivo per il comparto delle due ruote. Come ha spiegato la promotrice della mozione sulla Cycling strategy, l’eurodeputata francese Karima Delli, a capo della commissione Trasporti e turismo del Parlamento europeo, si tratta di trasformare la bicicletta in un mezzo di trasporto quotidiano “al pari dell’auto o della metropolitana” ma “accessibile a tutti”.

In numeri, l’obiettivo è raddoppiare i chilometri che i cittadini europei percorrono in bici entro il 2030. Un target ambizioso, ma non irrealistico, ora che l’elettrico prende sempre più piede anche nella micromobilità. Si mira anche a promuovere il 2024 come “anno europeo della bicicletta” e di integrare la bici e i sistemi di bike sharing nei piani di mobilità urbana. La Commissione Ue è invitata a sostenere la produzione di biciclette e componenti “made in Europe” per colmare il divario rispetto ad altri Paesi in termini di investimenti e competitività.