Così muore il Made in Italy: abbiamo perso una città di artigiani

Il Made in Italy è in dirittura d’arrivo nella penisola italiana: la qualità dell’artigianato è ormai un lontano ricordo, si perde un’intera città.

Da sempre il “Made in Italy” è sinonimo di qualità. Un paese ricco di storia e cultura è stato per centinaia di anni portavoce di arte ed artigianato, che hanno trovato la loro massima espressione in innumerevoli campi. Dalla scultura all’architettura, fino ai classici “mestieri” di un tempo. Impossibile girare fino a qualche anno fa per le strade e i vicoli delle città storiche senza incontrare una bottega artigiana.

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La crisi dell’artigianato (Fonte: Pixabay) – ladestranews.it

Come non pensare poi, alla moda? Da Valentino a Gianni Versace, fino ad Armani, sono tantissimi gli stilisti che hanno dato pregio alla nazione rendendo il Made in Italy un vero marchio di fabbrica stimato in tutto il mondo. É dalle mani sapienti degli artigiani che prendono vita le creazioni più pregiate, che rischiano ormai di diventare un lontano ricordo.

Il prepotente diffondersi della grande distribuzione e la piaga del carovita nel paese, hanno messo in ginocchio la categoria, che va ogni giorno di più a spegnersi perdendosi nelle difficoltà economiche. Lo ha confermato una recente analisi pubblicata dal Corriere della Sera, che diffonde i dati allarmanti raccolti negli ultimi anni in tutte le Regioni. Un’intera città di artigiani è praticamente andata perduta.

300 mila in 10 anni: il calcolo drammatico sul Made in Italy allarma, le regioni più colpite

Sarebbe difficile immaginare lo stivale senza il suo Made in Italy. Eppure, ogni giorno di più, questa ipotesi si sta trasformando in una realtà. Il pregio dell’artigianato che ha reso l’Italia un paese amato in tutto il mondo sta mollando la presa, cedendo alla pressione delle incombenze finanziarie.

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Crisi artigianato, le regioni colpite (Fonte: Pixabay) – ladestranews.it

Ne ha parlato il Corriere annunciando la quantità totale di artigiani che, dal 2012 al 2021, hanno deciso di chiudere i battenti. “Il numero dei titolari, dei soci e dei collaboratori iscritti all’Inps è crollato di quasi 300 mila unità: 281.925 per la precisone”, è stato quanto riportato dall’Ufficio studi dell’associazione di Mestre. Una cifra corrispondente ad un’intera città, che spaventa e porta ad una prospettiva sempre più amara.

Definito “un’emorragia continua“, l’abbandono della professione ha colpito l’intera penisola senza esclusione di colpi. L’unica eccezione sarebbe la provincia di Napoli, che riporta un saldo positivo anche se solo dello 0,2 per cento, con 58 artigiani in più censiti nel periodo preso in considerazione.

Le Regioni in cui il calo degli artigiani è stato maggiore, sono Lombardia, Piemonte e Veneto. La provincia più colpita in assoluto è Lucca, con una riduzione del -25,4%, seguita da Vercelli (-24,9%), Teramo (-24,7%), Massa-Carrara (-23%) e Rovigo (-22,2). Acquistare un oggetto artigianale dunque, pura espressione dell’eccellenza Made in Italy, sarà sempre più un vero miraggio.